Basta pensare a una madre che allatta per capire quanto amore si nascondi nel nostro primo nutrimento. Senza parlare del nutrimento uterino attraverso la placenta, dove lo scambio è così stretto da creare una fusione totale… Così è inevitabile ripensare al nostro rapporto con l’immagine materna quando vogliamo trattare qualsiasi disturbo alimentare. Se da piccoli abbiamo vissuto conflitti profondi, abbandoni, anaffettività, lutti, allontanamenti, allattamenti artificiali, allora è facile che tutto si riversi su questo gesto quotidiano e pieno di significati. Non mangiamo solo per fame, si sa. Mangiamo anche se siamo arrabbiati, se la vita ci riserva solo batoste, se ci sentiamo profondamente soli, se l’ansia ci turba, se è l’unico momento in cui ci fermiamo a riposare, se vogliamo dimenticare a tutti i costi. Non si può negare che mangiare insieme agli altri conservi un meraviglioso carattere conviviale, un modo di condividere con le persone che si ama. Eppure faremmo un grande gesto di libertà se ci appropriassimo finalmente, in modo adulto, della nostra nutrizione. E chiedersi: per CHI mangio? Lo faccio per mia madre, mio padre, i miei figli, o semplicemente lo FACCIO PER ME? Liberare questo gesto migliorerebbe enormemente il gusto della nostra vita, rendendoci finalmente noi, veri, liberi… Il cibo può darci grande piacere ma non può sostituire l’amore di un uomo, la vicinanza di un’amica, il diritto di esistere. Forse bisognerebbe iniziare dai nostri figli, evitando di dare cibo per consolare, per premiare, per distrarre.. è una tentazione che poi in seguito crea trappole nella vita adulta. C’è chi dice che il sovrappeso è una mancanza del senso dei confini, o un creare il cuscinetto di difesa nel rapporto col mondo… se è così dimagrire non dipenderà solo dal digiuno!..
Molte tipologie caratteriali sono implicate nella bulimia: la donna ansiosa che sorride sempre minimizzando qualsiasi problema (rimedio fiore di bach AGRIMONY), quella arrabbiata e gelosa (fiore HOLLY), quella vittima della vita (fiore WILLOW), quella stressata e impaziente che trangugia tutto (fiore IMPATIENS), quella dagli orari disordinati (fiore WILD OAT)…
Con la floriterapia l’appetito può moderarsi molto, specie se associato al fiore californiano MARIPOSA LILY (sensazione di non essere stati amati dalla madre) e a quello australiano MONGA WARATAH (utile per tutte le dipendenze).
Con l’agopuntura possiamo lavorare sulla velocità metabolica, sullo stress, su eventuali problemi tiroidei o pancreatici, sullo stimolo della fame. Può bastare un ciclo di dieci sedute.
Anche la fitoterapia aiuta tantissimo con piante (Betulla, Fucus, Tarassaco, Alga Kombu, Terminalia kebula fructus, Artemisia vulgaris, Agnocasto) che uniscono all’azione drenante e depurativa, anche quella metabolica, ormonale e linfatica.
Ma sicuramente la nutripuntura resta la tecnica più incisiva sui disturbi alimentari e sull’appetito. Con le sue sequenze di rimedi (a base di miscele di oligoelementi) può agire sulla memoria di conflitti legati alla nutrizione post natale, alla secrezione di serotonina e noradrenalina, al rapporto con la madre, alle separazioni, ai lutti… E aiutare a fare quel balzo in avanti nella vita che ci fa passare da figlia a donna adulta. Una donna che non si nutre più per amore ma si nutre con amore….