

MICRODOSI
CIO’ CHE DA’ CARATTERE DI MEDICINA O VELENO
E’…LA DOSE
Grazie al lavoro e alla sperimentazione clinica del medico messicano Eugenio
Martinez, si apre un orizzonte nuovo di ricerca nel campo dei dosaggi
farmacologici. Dalla sua esperienza decennale svolta all’Università di Zacatecas
e da quella di migliaia di medici (in Messico, Cuba e Argentina) che oramai
seguono questa tecnica, bisogna supporre che le dosi abitualmente utilizzate
dei rimedi terapeutici possono essere notevolmente diminuiti. Se il concetto di
per sé non è estraneo alla farmacologia classica (basti pensare ai dosaggi
decrescenti della piccola anticoncezionale in questi decenni), qui però la dose
viene ridotta di 1000 volte rispetto a quella abituale! Non si tratta di diluizioni
omeopatiche, in quanto il principio attivo è ancora presente biochimicamente
(siamo poco al di sopra dello zero di Avogadro) e non si attuano succussioni.
Peraltro il veicolo è diverso ed anche la scelta diagnostica (non basata sul
criterio del simile).
Queste MICRODOSI possiedono gli stessi effetti terapeutici dei dosaggi
ponderali abituali ma diminuiscono drasticamente quelli collaterali, nonché gli
effetti eventuali di dipendenza. I rimedi possono essere di origine chimica (dai
farmaci comunemente utilizzati) o vegetale (dalle tinture madri o dagli oli
essenziali) e vengono somministrati per via sopralinguale. Il meccanismo
d’azione ipotizzato è la cosiddetta “Via Breve” (l’asse neuro ormonale) dove gli
stimoli passano dalla cavità orale e dai recettori linguali al midollo (nucleo
solitario omolaterale), da qui all’ipotalamo (nucleo paraventricolare) e al
sistema nervoso autonomo, per poi terminare ai tessuti bersaglio. Una via
d’azione finora non approfondita sufficientemente ma sempre più al centro
degli studi di neurofisiologia. Certo è che i risultati presentati dalle diverse
sperimentazioni cliniche sono molto buoni, confermando l’esistenza di un
“Minimum” di dose sufficiente per la stimolazione dei recettori specifici, oltre al
quale il dosaggio sembra inutile, se non addirittura dannoso. Tra i farmaci più
sperimentati spiccano diversi antinfiammatori, antidolorifici e antibiotici.
Se l’intuizione del dottor Martinez sarà confermata, sarà di buon auspicio per
l’uso futuro dei farmaci, per la riduzione delle numerose malattie iatrogene
(quasi il 35% delle patologie) e per le problematiche inerenti a tutte le terapie
a lunga durata. Nel campo dei fitopreparati invece potrà limitare l’uso massivo
di piante in via di estinzione e nell’aromaterapia avviare un uso interessante di
oli essenziali per via orale (finora poco consigliata per i possibili effetti tossici).
L’unico testo in italiano che affronta questo tema delle microdosi si chiama
appunto “MICRODOSI” editore MARRAPESE, scritto dalla ginecologa Marcella
Saponaro e dal neurofisiologo Marco Santello. Il libro contiene anche una lista
dei farmaci e delle piante maggiormente utilizzate finora.
Certamente sarebbe interessante in futuro avviare uno studio approfondito in
questo campo, a beneficio della ricerca medica e dei pazienti. E per tenere fede
a quel giuramento di Ippocrate così importante per i medici: “Primum non
nocere…”