È possibile utilizzare un farmaco in dosi minime ottenendo lo stesso effetto terapeutico voluto? La ricerca del dottor Eugenio Martinez dimostra che questo è possibile, confortato anche dall’esperienza oramai ventennale di migliaia di medici in vari Paesi dell’America Latina. Gli autori del libro espongono da vicino gli aspetti tecnici e clinici di questa ricerca, che apre uno scenario interessante nel campo medico e nel concetto stesso di dosaggio farmacologico. Le microdosi sono diluizioni ponderali di rimedi terapeutici (farmaci, tinture madri di pianta fresca, oli essenziali), che riducono anche di 1000 volte le dosi abituali utilizzate. Essi ottengono i medesimi effetti terapeutici ma sono privi degli effetti secondari abituali; inoltre non producono alcuna dipendenza.
La preparazione è molto semplice, di basso costo e non richiede strumenti particolari. È a tutti gli effetti una preparazione galenica, che i farmacisti possono preparare su recettazione medica (vedi articolo sul “Farmacista” del 16 marzo 2007).
Non sono omeopatici (siamo al di sopra dello 0 di Avogadro), sia per la presenza del principio attivo, sia per la mancanza del criterio diagnostico del simile, sia per il veicolo diverso. La tecnica di Martinez, con i suoi ottimi risultati a livello clinico, mostra che esiste una dose minima efficace, capace di ottenere la stimolazione dei recettori specifici, oltre alla quale è inutile, se non addirittura dannosa. Per questi rimedi si suppone valido il meccanismo d’azione della Via Breve, che utilizza l’asse neurormonale e che attraversa il nucleo paraventricolare ipotalamico per arrivare agli organi bersaglio.
L’applicazione delle Microdosi potrebbe portare un contributo notevole alla riduzione delle numerose malattie iatrogene, ad una migliore gestione delle cure a lunga durata o nelle situazioni socialmente difficili (pensiamo all’impegno sanitario nei Paesi del Terzo Mondo). Oltre a una riduzione delle spese sanitarie, si può avere anche una migliore gestione degli effetti di dipendenza farmacologica. Nel campo fitoterapico si può prevenire l’esaurimento e l’uso massivo di varie specie ma soprattutto si apre lo scenario di un uso orale sempre più allargato degli oli essenziali (finora visto con molta prudenza).
In America Latina i risultati clinici sono così rilevanti che oramai migliaia di medici le utilizzano nelle varie strutture pubbliche, con diverse applicazioni (antidolorifici, antibiotici, psicofarmaci, antinfiammatori, ecc.). Per la prima volta, grazie al libro “Microdosi”, se ne parla ampliamente anche qui in Italia!
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