MICRODOSI DI OLI ESSENZIALI

dott. Marcella Saponaro

Più di 25 anni fa il medico messicano Eugenio Martinez Bravo ha scoperto che dosi subliminali di rimedi farmacologici e fitoterapici possono sortire lo stesso effetto terapeutico delle dosi ponderali comunemente usate. La cosa risulta ancora più interessante se si considera che questi rimedi sono completamente privi di quegli effetti collaterali che normalmente esercitano a dosi maggiori. Questa scoperta apre una finestra   importante nel panorama della medicina naturale e non, costituendo l’inizio di un grosso filone di ricerca, in America Latina come in Europa.

 Se si considerano le spese sempre maggiori nel campo sanitario e la percentuale altissima delle sindromi iatrogene (danni da uso dei farmaci), con questa diluizione del rimedio si va incontro a vari problemi della cura quotidiana del paziente. La microdose diminuisce di 1000-15.000 volte la quantità normalmente usata del farmaco ma ne contiene ancora piccole tracce: per questo si dice che non si tratta di un farmaco omeopatico (siamo poco al sopra dello 0 di Avogadro), anche perché la diagnosi continua ad essere quella dei contrari e non quella del simile (es. microdose di un antibiotico). 

E’ per questo che la tecnica si presenta facile da apprendere e da applicare; il medico continua ad utilizzare i rimedi di sempre, solo ridotti a quel “minimum efficace” oltre al quale risulterebbero inutilmente tossici. La posologia è di 3 gocce per via sopralinguale 3 volte al dì e fa riflettere su quello che è il meccanismo d’azione presunto: una via breve che coinvolge l’asse neurormonale e passa dalle papille gustative all’ipotalamo, quindi al sistema nervoso per poi terminare all’organo bersaglio.  Esiste una lista di farmaci e piante già sperimentate a lungo in tutti questi anni da più di 100.000 medici e terapeuti, soprattutto in Messico e a Cuba. Una lista che ovviamente tende ad espandersi sempre più, grazie alle scoperte che man mano si accumulano.

 Ma esiste un altro aspetto interessantissimo in tutta questa ricerca che non possiamo tralasciare e che per fortuna qui in Italia sta trovando un’applicazione molto estesa: l’uso delle microdosi con gli oli essenziali.

Se con le piante la diluizione apporta vantaggi relativi, con l’aromaterapia la microdose favorisce finalmente un uso per via orale che con gli oli è sempre stata vista con molta prudenza. La distillazione di una pianta aromatica fa ottenere rimedi con una intensa concentrazione di principi attivi, tossici ad alte dosi e a volte anche un po’ irritanti per le mucose.

E così, avendo a disposizione ad esempio un olio essenziale come l’origano, che risulta uno degli antibiotici più potenti in natura e ad ampio spettro d’azione, l’utilizzo in terapia viene ad essere limitato proprio da aspetti irritativi locali o comunque gestito sempre con estrema prudenza. La Microdose degli oli ci fa superare completamente questi problemi e utilizzare delle diluizioni che possono essere date tranquillamente per via orale, con effetti clinici peraltro molto interessanti.

ESPERIENZE E APPLICAZIONI CLINICHE

Da più di un anno utilizzo abitualmente oli essenziali in microdose nella pratica clinica quotidiana. In Messico le piante aromatiche vengono trattate dall’equipe di Martinez in modo particolare, fino ad ottenere degli “estratti” semialcolici utilizzati poi per la preparazione delle microdosi. Qui in Italia disponiamo già di oli essenziali in commercio di grande qualità, biologici ed affidabili. E così, con grande entusiasmo, ho iniziato a preparare in MD oli di frequente utilizzo clinico, per osservarne l’efficacia per via orale. 

Per ottenere la microdose di un olio essenziale si prepara una base idroalcolica contenente 66% di acqua e 33% di alcool puro a 95°, chiamata VEICOLO 2. In 30 ml di questa base si diluiscono solo 3 gocce di olio essenziale (rigorosamente biologico e distillato in corrente di vapore). Si ottiene così la microdose che sarà poi assunta con 3 gocce sopralinguali 3 volte al giorno. Il primo giorno della terapia può essere fatta una impregnazione per aumentarne l’effetto: 3 gocce ogni ora per tutto il giorno. Dal giorno successivo si passa alla dose abituale.

ESEMPI

Da accreditati studi di aromatogramma e aromaterapia antibiotica (vedi studi di Camporese, ed. Tecniche Nuove ) si deduce che tra gli oli più  usati, il TIMO (la varietà timolo) e l’ORIGANO (varietà hirtum) risultano essere tra quelli più potenti e a più ampio spettro d’azione (anti batterico, antimicotico, antivirale, antiparassitario). Il loro uso in microdose non ha mai dato alcun tipo di effetto secondario né sgradevole (ovviamente se un soggetto è allergico ad una sostanza, lo sarà anche alla forma in MD). 

Timo ed origano danno ottimi risultati nella cura di vaginiti micotiche, affezioni respiratorie alte, tosse, raffreddore, sinusiti, parassitosi, candida intestinale, meteorismo e sindromi fermentative del colon. Una terapia continua di 1 mese risulta efficace nella maggior parte dei casi (2 mesi nei casi più cronici).  Molto interessante è anche l’utilizzo clinico del BASILICO, potente digestivo ed antispasmodico ma anche potente antidepressivo (gli effetti psicologici sono visibili già nella prima settimana). L’ACHILLEA ha una grossa percentuale di azulene (vedi il suo colorito bluastro) e risulta per questo uno degli oli più antinfiammatori esistenti in natura. E’ una azione che si esplica soprattutto in campo ginecologico, nella cura di vaginiti, endometriti, annessiti, dismenorrea, mestruazioni abbondanti e dolorose, cisti ovariche e mammarie. I risultati in MD sono veramente buoni, con un’alta percentuale di successi e di miglioramenti clinici. Infine anche la SANTOREGGIA mostra buoni effetti come tonico generale e renale, stimolante le ghiandole surrenali e l’energia sessuale maschile. Consigliato quindi l’uso nell’impotenza sessuale maschile, specie se accompagnata da stanchezza alle gambe e ai lombi.

 E che dire della MELISSA pura 100% per le somatizzazioni neurovegetative da stress? E’ davvero di grande aiuto nelle sindromi ansiose, con tachicardia, insonnia, gastralgia, panico. Insieme al Basilico esercita una sinergia potente, ottenendo nel complesso un effetto ansiolitico e antidepressivo ma soprattutto lenitivo sulle sindromi neurovegetative.

CONCLUSIONI

Ciò che mi auguro è che questo filone interessante di ricerca possa continuare (anche con l’apporto di altri aromaterapeuti) e risultare utile ad un uso sempre più approfondito di queste sostanze meravigliose che la natura ci regala. Credo che questo lavoro sia ancora tutto da sviluppare, coinvolgendo un numero sempre maggiore di oli essenziali e sfruttandone in questo modo tutte le loro potenzialità.