Purtroppo si tratta di una situazione sempre più frequente: donne con esami ormonali e strumentali regolari ma che non riescono ad avere un figlio. La ginecologia la definisce psicogena perché non sa dare una ragione apparente o razionale, tutto dovrebbe andare liscio ma il bimbo non arriva. In una società dove tutto è possibile, le tecniche di fecondazione assistita aiutano in vari casi a risolvere il problema ma anche gli insuccessi sono tanti. E l’uomo si scontra così con l’eterna impotenza nel determinare inizio e fine di questo dono meraviglioso che è la vita…

Ma perché le donne presentano questa inspiegabile difficoltà a fecondare? Sicuramente l’uso di contraccettivi per molti anni può giocare un ruolo importante: l’ovaio inibito non riesce poi ricominciare a funzionare perfettamente. Lo stesso vale per l’inquinamento elettromagnetico generale e l’uso massivo dei cellulari (tossici anche sulla mobilità degli spermatozoi), il fumo, lo stile di vita, i farmaci tossici, la chemioterapia, ecc. Una vita con i tempi stretti, dove il ciclo lunare è sovvertito dalle varie esigenze e dalla efficienza nel lavoro. Ma io non sottovaluterei anche il riconoscimento del proprio ruolo materno, in una società come quella attuale dove la gravidanza è vista come una interruzione dei ritmi, della carriera o addirittura la perdita del lavoro. Un tempo era un destino scontato, come le nostre mamme, le nostre nonne: un timone passato lungo generazioni, fatto di esperienza e saggezza accumulata negli anni. Ora diventare madre può sembrare una prova difficile, nuova, che mette in difficoltà anche perfette donne in carriera, abituate ad affrontare tutto ma in imbarazzo davanti a pannolini e pianti strazianti. E se poi questa nuova vita ci toglie tanto di quel tempo che era solo dedicato a noi… ci si sente invase, con le spalle al muro. Senza contare che il partner non ci trasmette sempre quella sicurezza protettiva verso questa avventura, a volte non ci sembra abbastanza forte e affidabile da essere il padre dei nostri figli. Così l’istinto chioccia incarnato ci frena…

Come vedete sono tanti i fattori che a mio avviso possono inconsciamente influire sull’asse neuro ormonale e provocare un abbassamento della fertilità. In genere le donne che hanno più difficoltà a gestire la gravidanza sono quelle super organizzate e pianificate, abituate ad avere tutto in precisi momenti, perfezioniste, perfette, ordinate… il controllo esasperato e la preoccupazione di non riuscire diventa ossessiva. Ma anche le donne-bambine, che non vogliono ancora tagliare il cordone di figlie e in genere preferiscono far crescere la prole dalle proprie mamme. Infine non dimentichiamo le storie nascoste di abusi e violenze, dove l’istinto di sopravvivenza e il vissuto fragile non offrono le basi per un progetto genitoriale.

Ma cosa fare di fronte a questa infertilità psicogena? Al di là delle tecniche sofisticate di fecondazione assistita, possiamo usare terapie efficaci di supporto?

La natura è molto generosa col mondo femminile! Piante, Fiori di Bach, nutripuntura, medicina cinese, agopuntura, tutti offrono un’azione buona e mirata. Per la medicina ayurvedica la fertilità è il bene più prezioso, quindi offre da sempre rimedi potenti ed efficaci sia per gli uomini che per le donne. Nella fitoterapia si usa molto la Maca delle Ande, una radice andina dall’effetto favorente la produzione ormonale maschile e femminile, buona per la fertilità come per l’impotenza. Le sequenze di nutripuntura permettono di superare eventuali eventi traumatici, mentre i rimedi floreali di Bach alleviano gli stati d’animo che interferiscono (Impatiens per l’impazienza, Gorse per lo scoraggiamento, White Chestnut per la preoccupazione, Larch per la paura di non farcela, She Oak per la funzione ovarica, Star of Bethlehem per i traumi).

E’ importante comunque a mio avviso, al di là delle tecniche scelte, capire che la vita è un dono, con una regia a volte misteriosa e imprevista e con i suoi tempi complessi… e il bambino è comunque una anima libera e saggia. Noi renderemo la casa più accogliente ma sarà lui a decidere quando spiccare il volo…

Dott. MARCELLA SAPONARO